Anni 70: gli anni d’oro dei rally


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Negli anni 70 la componente di velocità nei rally cresce, a discapito della regolarità, alla pari dell’interesse di appassionati e media. Le corse su strada diventano sempre più un veicolo ideale per la promozione delle vetture stradali, grazie anche a un regolamento tecnico che prevede, fin dagli anni 60, una suddivisione in Gruppi (1, 2, 3, 4, 5) all’interno dei quali le case possono omologare le auto a seconda delle loro caratteristiche.
Ad esempio, i Gruppi 1 e 2 comprendono entrambi le vetture turismo, con quelle del Gruppo 2 che beneficiano di maggiore libertà nell’elaborazione. 

Lo sviluppo dei Rally spinge la FIA ad introdurre, nel 1970, il Campionato Internazionale Costruttori: la serie, composta da 7 gare nel 1970 e da nove nel 1971 e 1972 fu vinta nella stagione inaugurale dalla Porsche, grazie ai tre successi ottenuti dallo svedese Björn Waldegård a Montecarlo, in Svezia ed all’Alpenfahrt in Austria. Il 1971 fu l’anno della Alpine-Renault mentre nel 1972 la lotta in famiglia tra Lancia e Fiat si risolse a vantaggio della prima, vincitrice a Montecarlo, in Marocco ed a Sanremo.

Nel 1973 la FIA istituì il Campionato Mondiale Rally, inizialmente riservato ai costruttori. Nel 1977 venne creata la Coppa FIA Piloti, vinta il primo anno da Sandro Munari (Lancia Stratos), al quale succedette nel 1978 il finlandese pilota della Fiat, Markku Alen.
Dal 1979 anche i piloti hanno Campionato del Mondo a loro riservato, il cui albo d’oro è stato inaugurato da Björn Waldegård.